Siccità: una drammatica realtà

Siccità

Siccità: una drammatica realtà 

Il livornese Paolo Virzì, romano d’adozione, presenta e inaugura una nuova stagione di incontri con la giuria. Il suo ultimo film, Siccità, è in concorso alla 63esima edizione del premio del Globo d’Oro. Un film corale, un ritratto collettivo, che ci tocca da vicino svelandoci una drammatica realtà.

di MariaChiara Petrassi

Il film si apre con una Roma in cui non piove da tre anni, secca, che costringe i personaggi ad andare alla disperata ricerca di una goccia d’acqua, sfidando le regole sociali. Una città che induce le autorità a chiudere i rubinetti e a razionare le scorte d’acqua.

È vietato acquistare al supermercato più di una confezione d’acqua e chi decide di lavare l’auto rischia l’arresto. Le blatte sono ovunque, in ogni angolo della strada e poiché il Tevere è secco, queste si avvicinano ed entrano negli appartamenti alla ricerca di acqua, diventando così, le prime inquiline all’interno delle case. Una trama così utopica e fantascientifica o una possibile realtà futura?

Senso del nostro mestiere

“Le prime righe della sceneggiatura sono state scritte mentre eravamo in casa bloccati dal lockdown imposto per la pandemia. Con gli altri sceneggiatori ci interrogavamo sul senso del nostro mestiere, perciò interessati a raccontare quello che stava accadendo, anche in termini ambientali, attraverso una visione metaforica che era stata riformulata dal Covid.

Abbiamo ideato una visione che poteva apparire come distopica e invece ci siamo accorti, con imbarazzo, che stavamo rappresentando l’attualità” spiega Virzì nell’incontro con la giuria della Stampa Estera per la 63esima edizione del premio Globo d’Oro.

“Questo film è il risultato di una sofferenza personale collettiva, infatti, nella trama l’umanità è messa in guardia dal collettivismo. I protagonisti rappresentano “gli esclusi e gli svantaggiati” della società, il binomio all’interno delle loro vite è spesso: crudeltà e tenerezza. È un film che delinea una grande epidemia di narcisismo e di sfiducia nel prossimo, che è la ferita più grande per tutti noi dopo il lockdown” aggiunge il regista.

Climax ascendente

Il tema psicologico è ricorrente nei film di Paolo Virzì -oltre ad essere un grande studioso e appassionato dell’argomento- in Siccità è impreziosito da un cast degno di nota, da Silvio Orlando a Valerio Mastandrea, passando per Elena Lietti, Claudia Pandolfi, Tommaso Ragno, Monica Bellucci, Max Tortora e Sara Serraiocco. Basta questo semplice elenco, per lo più soltanto parziale, per capire che c’è una particolare attenzione a personaggi che possano raggiungere e comunicare il messaggio.

Il film è un vero e proprio climax ascendente, un mettere a fuoco sempre di più la condizione di ogni personaggio, entrando nel vivo della vicenda personale di ognuno di loro. Attraverso la metafora e l’allegoria della siccità, lo spettatore attende il momento catartico finale per eccellenza, ossia la pioggia.

Una pioggia che bagna, purifica e che solleva il cuore di chi vive in prima persona le vicende degli interpreti. Sulle note di “Mi sei scoppiato dentro al cuore” di Mina, Virzì ci lascia un grande spunto di riflessione, riguardo un nostro futuro prossimo, sottolineando un argomento estremamente attuale nelle nostre vite.

In concorso nell'anno: 2023

Incontro in sede con il regista: Paolo Virzì

Data (e numero) del incontro: 9 novembre 2022 (1)

Attori protagonisti: Silvio Orlando e Valerio Mastandrea 

Attrici protagoniste: Elena Lietti e Claudia Pandolfi

Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Paolo Giordano,

Francesco Piccolo, Paolo Virzì

Fotografia: Luca Bigazzi

Musica: Franco Piersanti

Distribuzione: in cinema (Vision Distribution)