“‘I Liviatani – Cattive attitudini’ vuol denunciare un certo perbenismo sociale”

I Liviatani – Cattive attitudini

“‘I Liviatani – Cattive attitudini’ vuol denunciare un certo perbenismo sociale”

Incontro streaming con Riccardo Papa (regista) 
e il cast di "I Liviatani – Cattive attitudini"
In concorso per il Globo d'Oro 2020-2021

 

“Per raccontare la crisi esistenziale della società abbiamo dipinto questa famiglia come serial killer.” Questo è quanto ha detto il regista Riccardo Papa durante l’incontro virtuale il 13 aprile 2021 con i membri della giuria del Globo d’Oro.

Una black comedy come opera prima, un passo quindi molto coraggioso, cosa l’ha spronata in questa direzione?
Riccardo Papa: “Ho girato diversi documentari e anche videoclip musicali ma l’esordio in un lungometraggio volevo mi rappresentasse di più. Mi riconosco in un certo tipo di cinema che sia anche di più larghe vedute e non volevo fosse nella solita scatola in cui si racchiudono certi film italiani in generale. Volevamo parlare e denunciare un certo perbenismo sociale e nella black comedy abbiamo trovato la chiave più giusta. Non troppo comico ma ironico.”

Ricorda un po’ la ‘Famiglia Addams’. Lei si è ispirato alla mitica serie?
“Lo hanno effettivamente già accostato alla famiglia Addams, che io personalmente adoro, ma i Liviatani con gli Addams hanno poco a che vedere, questi ultimi sono buoni, stravaganti ma alla fine cercano sempre di fare del bene, invece i Liviatani no, sono consapevoli della loro forza e la usano per fagocitare tutto quello che hanno intorno. Diciamo che la componente familiare e il genere può però ricordare gli Addams, ma lì si ferma.”

Ci siamo molto ispirati al Leviatano di Hobbes

Come ha sviluppato la trama e la scenografia, da dove è partita l’ispirazione?
“Inizialmente volevamo partire da una situazione molto comune e universale, quella di un fidanzato che va a conoscere la famiglia della fidanzata. Da lì abbiamo sviluppato la trama. Per raccontare la crisi esistenziale della società abbiamo dipinto questa famiglia come serial killer, ognuno col proprio modus operandi e la propria vittima designata, che va dunque a toccare un elemento cardine della società. Abbiamo così raccontato dinamiche familiari tratte da esperienze condivise, classiche, ricamandoci sopra.”

Perché ha scelto Susan Dibona per la colonna sonora?
“Susan e Salvatore, che sono marito e moglie, mi sono stati proposti dall’organizzatore del film. La colonna sonora è nata in post produzione. Volevamo cercare di lavorare in contrasto, utilizzare una musica orchestrale nelle scene relative al nucleo familiare e alle loro relazioni, dall’altra volevamo qualcosa di elettronico che accompagnasse i momenti più spaventosi e thriller.”

Il nome Liviatani è un riferimento, a parte alla bibbia, anche al famoso libro di Hobbes Leviatano e la sua concezione degli esseri umani come homo homini lupus (l’uomo è lupo per l’uomo)?
“Ci siamo molto ispirati al Leviatano di Hobbes, giocando proprio col nome, e c’è anche un forte richiamo a quel tipo di filosofia e di concetto. I Liviatani sono i lupi, all’apice della catena alimentare, che fagocitano tutto quello che hanno attorno a loro.”

I Liviatani tendono a nascondere la loro vera natura agli altri

Si potrebbe dire che il film è una critica alla famiglia borghese cosiddetta ‘perfetta’ ma che in realtà nasconde più di un peccato al suo interno?
“Assolutamente sì. I Liviatani, membri della famiglia, a parte Ludovico che è molto borderline, tendono a nascondere la loro vera natura agli altri, anche la ragazza, Diana, non parla per tre anni al suo fidanzato, Orlando, della sua famiglia. Il padre si riconosce in lui però, ci si rivede quando era giovane, loro vogliono essere borghesi, alto borghesi, una famiglia perfetta, ma al loro interno nascondono una vera mostruosità, più che un peccato. È la loro natura. È come oggi nascere nel meridione per cui sei per forza cattolico.”

Come dobbiamo interpretare (l’ironica?) seconda parte del titolo? A proposito di ispirazione, il Rocky Horror (Picture) Show ha offerto un esempio, anche per il suo tono leggero?
“Il sottotitolo Cattive Attitudini è stato una pensata della produzione per accompagnare il cognome, ma ha certo un’accezione ironica, da dark humor, per capire di cosa stiamo parlando. Sul Rocky Horror Show c’è sicuramente il tono leggero, nella dark comedy ci sono spesso richiami del genere, si cerca di denunciare e criticare fortemente la società utilizzando toni leggeri che permettano di potersi guardare allo specchio. Quando guardano il film le persone mi hanno detto che poi si domandavano chi fossero in realtà, se erano Liviatani o no, se erano più Biagio, l’amico di Orlando, o se erano Orlando stesso.”

Facendo un’opera prima, avendo un ottimo cast è stato tutto più semplice

E per quanto riguarda le location?
“Abbiamo girato molto, per i vari Comuni del Lazio, per trovare la villa che era fondamentale per la nostra storia. Siamo partiti da lì. A Bolsena abbiamo conosciuto un conte, che ci ha messo a disposizione gli interni, gli esterni sono in un Comune lì vicino. La villa quindi aveva due location differenti.”

Come avete scelto i membri della famiglia? E in particolare Federica Sabatini, che non sembrava cosi inquietante… E quali indicazione avete dato loro sul set?
“Soprattutto per i ragazzi abbiamo fatto diversi provini, sia per il ruolo di Federica che gli altri. Per i genitori invece siamo stati noi a proporre il ruolo a Fortunato Cerlino e a Antonia Liskova, ci sono sempre sembrati perfetti per quei personaggi. Stai facendo un’opera prima, hai un ottimo cast e quindi è stato tutto più semplice, mi ha dato l’opportunità di imparare molto.”

C’è anche qualcosa in comune con Arancia Meccanica, dove gli attori in modo grottesco mostrano l’ipocrisia nella società?
“Penso di sì, sicuramente hanno questo in comune, ma ce ne vuole per dire che ci siamo ispirati ad Arancia Meccanica. Certi aspetti non si possono vedere troppo seriamente o rischiano di farci troppa paura, lavorarci in maniera esclusivamente comica non avrebbe dato il giusto risalto alla denuncia.”

Quanto sono stati autonomi DiBona & Sangiovanni, i musicisti, di esprimersi liberamente?
“Il lavoro fatto con loro è stato dare riferimenti. Sono stati abbastanza liberi di esprimersi, mi interessava anche la loro personale sensibilità.”

In Italia ci sia una tradizione dark

L’Italia non ha una grande tradizione nel cinema dark. Ma se fosse necessario, a chi sarebbe ispirato in Italia?
“Credo che in Italia ci sia una tradizione dark, vedi gli horror degli anni 70, lo stesso Monicelli faceva commedie molto ciniche, non dark ma il cinismo era tipico delle commedie. A livello visivo molta ispirazione me l’ha data il cinema inglese. La colonna sonora elettrica e elettronica ricorda magari Dario Argento. Sui registi, Spike Jones e Terry Gilliam, ma anche lo stesso Argento e Lucio Fulci.”

Quanti effetti speciali sono stati usati, soprattutto per i ‘massacri’?
“In realtà non tantissimi, un po’ anche per far fronte al budget non ho voluto fare un vero splatter. Ogni volta che qualcuno moriva o spariva li nascondevamo dall’inquadratura, a parte quelli finali. Nel massacro finale abbiamo lavorato molto più sulle inquadrature e gettato litri di sangue.”

Avete iniziato prima della pandemia?
“Sì, iniziato nell’ottobre 2019 e finito a novembre. La post produzione è iniziata i primi di dicembre, per finire poi a luglio, perché a causa Covid ci siamo dovuti interrompere a febbraio, per poi riprendere a giugno.”

La sceneggiatura è proprio inventata? E se si quanto tempo avete lavorato alla sceneggiatura?
“Una domanda da incorniciare! Eh si, abbiamo inventato tutto di sana pianta. Anche Fortunato Cerlino mi ha domandato come stavo, di cervello, nel cercare di raccontare un film che doveva essere un compromesso tra la riflessione e il divertimento. La prima stesura scritta in pochissimo tempo, un mesetto, poi vari rimaneggiamenti nel corso del tempo.”

Quale è la sua concezione della donna. Ce le può dire? Cosa pensa del femminismo per esempio e della parità tra donna e uomo?
“Io ho una concezione assolutamente positiva nei confronti della donna, ne parlo spesso anche con la mia compagna, che ci tiene molto a queste cose. Finché si continuerà a dibattere di parità secondo me questa non ci sarà mai, finché ci saranno sempre queste distinzioni intendo. Più che di parità bisognerebbe iniziare a parlare di opportunità, il divario alla fine siamo noi stessi a crearlo.”

Edoardo Valdarnini è stato eccezionale

Come è stata scelta la sorellina?
“Con tantissimi casting per quel ruolo. Mancava un anno alle riprese, col casting iniziato molto prima, ed eravamo un po’ combattuti tra Giulia Cragnotti e un’altra bambina, e passato l’anno temevo molto che non fosse più in parte, invece è sempre stata perfetta. Davvero una bella scoperta.”

Anche Ludovico fenomenale.
“Edoardo Valdarnini è stato eccezionale. Ha reso Ludovico anche meglio di come me lo immaginavo. Il pericolo di personaggi fortemente caratterizzati era che riuscisse un po’ troppo macchiettistico, troppo grottesco, invece è stato fenomenale.”

Cosa possiamo attenderci nei prossimi mesi?
“Lavoriamo sempre ad un horror comedy!”

“I Liviatani – Cattive attitudini” partecipa al premio cinematografico Globo d’Oro dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, edizione 2020-2021.